Quanto segue vale per chi sia interessato o abituato ad ance sintetiche e, specificamente, interessato ad un suono di tipo classico (che poi non necessariamente è fuori luogo in certi stili di jazz dove non sia richiesto un timbro particolarmente aggressivo). La “Ambipoly” è un’ancia che necessita di cure particolari solo quando viene montata per la prima volta (la procedura da seguire è indicata, molto semplice e richiederà al massimo una mezz’ora): dal momento che effettivamente si adatta ai tipi più diversi di becco (ma ci si adatta proprio e visibilmente) è sconsigliato adoperare la stessa ancia, una volta rodata, su un becco diverso da quello iniziale. Detto questo, ogni volta che suonerete la troverete pronta, facile da tenere pulita, resistente e dotata di carattere. Ovviamente il carattere (sobrio, intonato, adatto per suonare col minor scarto possibile nel cambio di registro o sulle note più basse) deve essere in partenza quello che cercate. Il timbro non è affatto “artificiale” e la risposta è perfetta, inoltre, date le caratteristiche, mantiene un’intonazione molto stabile anche con spessori come 2.5 o perfino 2.0 - io la trovo perfetta con un becco Selmer (apertura 4 o poco superiore) montato su un Supreme argento che bilancia bene gli acuti (probabilmente vale ugualmente per uno Yamaha con caratteristiche analoghe, vicecersa potrebbe suonare troppo ovattata su uno strumento dal timbro più scuro).